epidemia

… bramo un’epidemia
che sia del cuore
dove non contano parole
ma fatti accatastati
come legna stagionata
per scaldare il freddo dell’anima
stuprata e fuori moda

… bramo un’elegia
per tutti gl’internati
uno squasso delle viscere
il terremoto a radere al suolo
quest’epoca farlocca
il tocco d’una mano antica
il profumo sottile mattutino
di donne in fila al lavatoio
dei nostri destini bizzarri

… bramo il silenzio
la disconnessione
la passione che arde nelle vene
il sole in faccia
il vento nella neve

… ho smesso di desiderare
continuo a cantare
nella buona o cattiva sorte
ucciso il carceriere…

… son anni che m’alleno
durello ma non mollo
spalmo miele sulle ferite
alleata mai complice
torno alla fonte
d’altronde cosa mai avrò da perdere?

… quattro scudi nella bisaccia
e un pezzo di focaccia
un po’ d’acqua, solo un po’ d’acqua
e son servita… grazie alla vita!!!